Perché dovremmo parlare di consulente del credito e non di mediatore creditizio?
La figura del mediatore creditizio ha avuto una radicale svolta nel 2010 quando, a seguito del Decreto legislativo 141 del 13 agosto 2010, sono state implementate normative che hanno regolato l’attività della mediazione creditizia ponendo al centro dell’argomento la “qualificazione” del professionista.
Fino a quel momento era sufficiente un titolo di studio ed un’iscrizione tramite posta raccomandata ad un albo per poter svolgere l’attività. E in un momento in cui il mercato immobiliare e, di conseguenza, quello dei mutui era in piena evoluzione, il numero degli iscritti arrivò a superare le 120.000 presenze oltre a circa 70.000 agenti in attività finanziaria.
Questo fa capire che, davanti a numeri simili, non era possibile monitorare e vigilare un così grande numero d’iscritti, la maggior parte dei quali ditte individuali, spesso operative con prestazioni occasionali.
Si è resa quindi necessaria una decisa sterzata per ridare professionalità e qualificazione a una figura così importante. Infatti da quel momento sono state implementate regole, corsi, esami e requisiti professionali che hanno portato ad una riorganizzazione dell’intero sistema, grazie alla quale è stata la possibilità di svolgere questa attività solo a poche società di capitali con importanti patrimonialità che si avvalgono di una rete di professionisti formati ed esaminati da un organo istituzionale (OAM) e selezionati dalle stesse società. Ad oggi, fine 2021, il numero degli “operatori” presenti nelle varie società è sceso a circa 7.000 unità.
Questo ha fatto sì che chi oggi parla di mutui ha alle spalle anni di esperienza ed una formazione tale da poter fornire al cliente una consulenza.
“Consulenza” è la parola chiave che fotografa in questo preciso momento la figura del Mediatore Creditizio che, come detto in precedenza, si è evoluta positivamente verso una professione specializzata che ha la finalità di
- assistenza al cliente in tutte le fasi di ricerca del mutuo
- assistenza nell’istruttoria con la banca
- analisi dei costi
…nonché l’assistenza in merito a tutte le caratteristiche, sempre più complesse ed articolate, che un mutuo presenta. Basti pensare alle attività che per il singolo cliente (che non fa questo di mestiere) diventano sempre più difficili da gestire: la complessità delle offerte, la gestione del tempo da dedicare per andare in giro per banche, il tentativo d’incastrare tutte le tempistiche necessarie ad una compravendita che vede coinvolti anche venditori, tecnici, notai, agenzie immobiliari, ecc.
Ecco perché è bene parlare di consulente e non di mediatore. Il consulente, in quanto tale…
- deve “consigliare”, ossia aiutare a discriminare tra le molteplici informazioni inerente all’obiettivo del cliente
- deve sopperire a tutte quelle informazioni che molto spesso in banca non vengono fornite
- deve assistere il cliente nella scelta del mutuo più adatto
- deve portare in fondo l’operazione nella maniera più veloce e trasparente possibile.
Un esempio calzante potrebbe essere il seguente: molte persone sono in grado d’imbiancare una stanza o riparare un rubinetto. Ma la differenza tra farlo a perditempo o farlo fare a chi lo fa di mestiere è abissale. In alcuni casi anche il costo può diventare maggiore se, a seguito di un lavoro fatto male, esso vada rifatto tutto da capo.
Se si ha mal di testa, è possibile andare in farmacia e prendere un antidolorifico, risolvendo – magari solo momentaneamente – il problema. Ma se ci si reca da un medico per un consulto, questi potrà consigliare un farmaco piuttosto che un altro che porterà sicuramente ad un risultato migliore, sia nell’immediato che nel futuro.
Ecco perché il consulente del credito si è sostituito al mediatore creditizio: il cliente ha bisogno di essere informato e guidato. L’informazione “self service” presa da internet può aiutare a capire il significato di alcune parole, ma non certo a indicare il giusto percorso da seguire, spesso pieno d’insidie.
Se 20 anni fa era comune vendere i mutui per un brand, in quanto prodotti bancari, oggi avere la possibilità di scegliere tra venti e più banche non solo rende indipendente e spassionata la consulenza, ma dona la possibilità di analizzare pregi e difetti di ogni singola offerta, condividendoli col cliente che potrà fare una scelta più consapevole e mirata.